Relazione convegno “I Nemici dello sviluppo”

Polla 10 novembre 2007

Il punto di... | 

È indubbio che lo sviluppo economico di un’area presuppone la presenza di un sistema bancario efficiente, articolato ed in armonia con il contesto socio-economico in cui opera.

È indispensabile, in altre parole, l’esistenza di banche in grado di sintonizzarsi sui temi e sui problemi della raccolta e degli impieghi, nell’ottica di promuovere lo sviluppo delle economie locali con una prospettiva di periodo.

All’emergente imprenditorialità, infatti, più che il supporto del credito, viene a mancare l’apporto di competenze che il sistema bancario dovrebbe assicurare, come avviene nelle zone più evolute del Paese, nonostante nell’ultimo decennio si sia verificata la cosiddetta “colonizzazione” della rete bancaria del Mezzogiorno da parte delle banche del Settentrione.

Non è questa la sede per analizzare la degenerazione del clientelismo politico e para-politico che ha caratterizzato l’iter di alcune grandi banche come il Banco di Napoli, il Banco di Sicilia o la Caripuglia.

Non è neanche questa le sede per individuare la cronica incapacità di attuare accorpamenti significativi, per beneficiarne in efficienza, in competitività, in presidio del territorio.

È necessario perciò che, nell’impostare ed attuare una nuova politica per le nostre aree, venga esaminato, con la massima attenzione, il tema di come rendere le banche locali motore di sviluppo per l’economia locale; di come “addestrarle” ad un più costruttivo rapporto/supporto con la piccola impresa - anche artigianale - asse portante di una politica occupazionale.

Al fine di favorire percorsi di sviluppo concreti e forieri di crescita e occupazione, è necessario che, nel settore del credito, operino banche del territorio, che ne conoscono la storia, il tessuto imprenditoriale e la vocazione.
In una banca locale, come quella che dirigo, sono i nostri soci che investono direttamente in essa, ci credono, sostenendo, pertanto, un’azienda che investe i soldi che raccoglie, esclusivamente nel proprio territorio di competenza, in iniziative imprenditoriali locali.

Invece, il numero delle banche operanti nel Mezzogiorno si è pressochè dimezzato, mentre nelle restanti regioni, la riduzione è stata del 20%. Ciò in ragione del fatto che, alla normale crescita dimensionale attraverso aggregazioni -fenomeno che ha interessato l’intero sistema- si è associata nel Sud una tendenza alla “debancarizzazione” resa ancora più evidente dall’ingresso di banche del Nord nella compagine azionaria delle principali banche meridionali. Nello stesso lasso temporale si sono infatti perfezionate ben 87 operazioni di incorporazione o acquisizione del controllo di banche meridionali da parte di banche del Centro-Nord, operazioni che, da un punto di vista dimensionale, hanno interessato oltre la metà dei fondi intermediati nelle regioni del Mezzogiorno.

Le banche locali, di cultura endogena e non esogena, capaci di penetrare le conoscenze del territorio, sono l’unico mezzo per favorire la crescita delle nostre aree, abbattendo i differenziali nei tassi bancari fra le regioni del Mezzogiorno e quelle del Centro Nord.

Nel vuoto lasciato dalle grandi banche, si sono insediate, con successo, le Banche di Credito Cooperativo, che rappresentano una grande risorsa per lo sviluppo delle economie locali. In Campania le banche di credito cooperativo sono ventuno, con una quota di mercato pari a circa il 20%.

La vendita del citato Banco di Napoli dovrebbe far riflettere. Le banche del Sud fanno gola perché possiedono una grande quantità di raccolta. I grandi gruppi bancari intendono rastrellare il risparmio delle regioni meridionali per investirlo nelle aree più sviluppate del Paese.

Solo le Banche di Credito Cooperativo sono realmente funzionali allo sviluppo del territorio dove operano. Infatti, per statuto, come già anticipato, le BCC devono reinvestire, la raccolta effettuata, per la quasi totalità, nella propria zona di competenza.

Affidando i propri risparmi ad una “nostra” banca, ad una banca del territorio, viene garantito un ritorno in termini di sviluppo e occupazione creando così quel circuito che noi amiamo definire “Circuito del Progresso”.

Le banche di credito cooperativo fondono la loro attività su principi di mutualità senza fini di lucro privato, promuovono lo sviluppo del reciproco aiuto, l’educazione al risparmio e alla previdenza, la crescita delle realtà economiche locali ben conoscendo il territorio e i bisogni della gente.

Non è un caso se i nostri clienti privilegiati sono le famiglie, il mondo contadino, i piccoli commercianti, gli artigiani e le piccole imprese locali: insomma l’individuo.

Parlare dell’individuo, dell’uomo e di tutte le sue mille sfaccettature, non è sicuramente semplice. Si rischia di cadere nella banalità, oppure esaurire il tutto in maniera semplicistica.

Tuttavia, le nostre banche devono essere intese come un unico insieme di uomini, strategie, prodotti ed organizzazione. L’uomo è, quindi, una realtà preziosa da custodire e gestire in modo oculato ed intelligente.

La funzione della Cooperazione si estrinseca, anche e soprattutto, nel legame solidaristico tra gli uomini, finalizzato ad uno scopo mutualistico.

La missione della cooperazione è quella di riconoscere un ruolo fondamentale al Socio, e quindi all’uomo, guardando con attenzione alle sue esigenze.

Per tutti questi motivi la Banca di Credito Cooperativo tiene in gran considerazione i momenti d’incontro tra gli uomini al di là del semplice, anche se importante, rapporto cliente/sportello.

Per cui, dare più forza al Movimento Cooperativo attraverso la solidarietà, permetterà lo sviluppo della Cooperazione, consentendo la vicinanza ai più deboli e il rifiorire del localismo; quest’ultimo aiuterà lo sviluppo del nostro territorio, contribuendo al benessere dell’intera comunità.

Il ruolo sociale non deve essere dimenticato; questo concetto si esprime con la presenza del Credito Cooperativo a fianco delle associazioni, delle istituzioni e delle famiglie, quest’ultime vere cellule della società.

I particolari interventi nell’ambito delle realtà locali concretizzano in modo tangibile l’attenzione all’uomo, per migliorare il suo benessere e, di conseguenza, quello dell’intera comunità.

Le Banche di Credito Cooperativo hanno aperto nuovi orizzonti e devono continuare a farlo per non esaurire la propria spinta al cambiamento, alla promozione globale della persona.

Per questo, il rapporto banca/uomo è uno dei fattori determinanti che consentono alla Banca di Credito Cooperativo di mantenere il suo peculiare significato dell’essere banca cooperativa.

Da non sottovalutare, comunque, la competenza qualificata in consulenza e in servizi, quest’ultimi altamente specializzati, che le nostre banche sono in grado di offrire alla propria clientela.

In sintesi: capacità di coinvolgimento nel rispetto dei principi ispiratori.

In tutto ciò l’uomo è centrale con la propria libertà e con le proprie capacità.
In quest’ottica il Movimento Cooperativo viene visto come attenzione all’uomo, in quanto ricco di quelle risorse che ognuno di noi, in forme diverse, porta dentro di sé.

Anche le prossime sfide del mercato globale e della moneta unica non potranno non tener conto di questo.

Il rispetto ed il particolare riferimento alle esigenze dell’uomo, delle famiglie, delle imprese piccole o grandi, saranno l’aspetto vincente per poter continuare ad operare in maniera efficace, impegnandoci a fronteggiare una concorrenza ogni giorno più agguerrita e raffrontandoci con una clientela sempre più esigente.

E infine, ma non ultimo, la Banca di Credito Cooperativo è una forma di solidarietà fondamentale perché esercitata anche nei confronti delle generazioni future.

L’insegnamento alle nuove generazioni dei principi ispiratori del Movimento Cooperativo, attraverso l’esempio della loro applicazione, costituirà la base per uno sviluppo veramente globale nel pieno rispetto dell’individualità propria dell’essere umano.

Questo Convegno, per la Banca di Credito Cooperativo Monte Pruno di Roscigno e di Laurino, si pone in linea con la propria strategia di sviluppo sul territorio e a favore del territorio, cominciata, nel lontano 1995, con il territorio del Vallo di Diano e con la sua realtà socio-economica, e che sta proseguendo con la prossima apertura della nostra ottava filiale in Provincia di Potenza, a Marsico Nuovo.

La presenza sul territorio ha amplificato l’attenzione della nostra Banca, in quanto credito cooperativo e quindi osservatorio della realtà locale, e, nel frattempo, ha stimolato il nostro bisogno a ricercare strumenti d’intervento per promuovere l’economia locale.

Il quadro socio-economico della zona, diverso da quello del territorio tradizionale, ha reso necessario ampliare e qualificare la gamma dei prodotti e servizi offerti ad un tipo di clientela più raffinata e sofisticata e di dimensioni non certo modeste. Peraltro, la difesa delle caratteristiche di umanità e solidarietà sociale del credito cooperativo ci ha indotto a progettare e realizzare iniziative volte alla crescita culturale ed economica della comunità.

In un mercato aperto alla competizione, come quello del Vallo di Diano, in un decennio siamo riusciti ad acquisire una ragguardevole quota di quel mercato e, contrariamente, alla politica seguita dagli altri istituti di credito presenti sul “nostro” territorio, che raccolgono a Sud per impiegare al Nord, abbiamo investito sul territorio più di quanto lo stesso ci ha affidato.

Ritengo, personalmente, senza paura di essere smentito, che questa politica creditizia, di
questo ultimo decennio, non è stata propria “amica” dello sviluppo del “nostro” territorio.

La fiducia da subito accordataci dai risparmiatori ha fatto crescere i depositi oltre i 180 milioni di Euro (pari a circa 360 miliardi delle vecchie lire) mentre i prestiti, erogati ad operatori della nostra zona, hanno raggiunto la soglia di 115 milioni di Euro (pari a circa 230 miliardi delle vecchie lire).

Tanto a conferma che la nostra è una Banca a vocazione locale, protesa verso lo sviluppo del territorio nel quale è insediata; sviluppo inteso come crescita non solo economica ma anche culturale e professionale.

La nostra aspirazione più grande è quella di essere più vicini agli operatori con la presenza di nuovi punti operativi sul territorio che ci consentano di servire meglio coloro che, seppur tanto vicini, restano esclusi da ostacoli di carattere puramente amministrativi.

Siamo e vogliamo continuare ad essere la “banca amica”; la banca che considera “l’uomo” prima di tutto, la banca che vuole essere amica e non nemica dello sviluppo del territorio ove opera e dove ha deciso di svilupparsi.