Ricordo Clemente Longo

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Voglio iniziare questo mio personale ricordo del compianto Professore Clemente Longo come modello di un potere non arrogante, di saggezza al servizio della collettività, che lo ha reso, agli occhi di tutti noi, un grande uomo del nostro paese e un valido Sindaco, fra i più amati che Roscigno abbia mai avuto.

È con profonda commozione e con grande rimpianto che mi accingo a ricordare, oggi, Clemente Longo; “il Professore Clemente” per tutti noi più giovani.

Mi sono sentito onorato quando il figlio Tonino mi ha chiesto di essere presente, qui stasera, per ricordare suo padre. Ho pensato, subito, allo scrupolo, all’attenzione e alla cura con cui il professore Clemente avrebbe commemorato un amico.

Vorrei trasmettere, stasera, la stima, l’affetto e la riconoscenza che tutti noi, ed io in particolare, continuiamo a sentire nei confronti di Clemente Longo, che ci ha insegnato tanto, ci ha insegnato a capire, ci ha insegnato a essere, ci ha insegnato come coniugare l’impegno politico con quello umano e la generosità con la modestia
Poco tempo fa leggevo in un libro: “Per fortuna la nostra storia è abbastanza lunga da fornirci degli esempi, non abbastanza da esserne schiacciati”.
Questa frase mi viene in mente proprio in questo consesso, ricordando il nostro Clemente Longo impegnato in un’azione politica positiva, non impedita da bassi calcoli di bottega personali, ma volta al benessere di tutta la nostra socialità, determinata da un’idea della politica basata sulla militanza e sulla passione per le proprie ideologie.
Credo che sarebbe sorpreso di vedere così tante persone riunite qui a commemorarlo. Il fatto di essere così tanti qui oggi a celebrare questo rito dice molto di più su di lui e sulla sua vita, che tante parole.

Era anche uomo di poche parole, trasmetteva sempre l’idea di esserci, di misurare, giudicare, vedere quello che succedeva in una vicenda, in un dibattito, con grande onestà intellettuale ma senza fronzoli.

Il suo atteggiamento verso il mondo, verso i dilemmi della società, verso tutte le cose importanti della vita era fondato sulla sua fede in Dio; perciò era tollerante, costante, interessato ai vari aspetti dei problemi, e impegnato in quelli che riteneva avessero maggiore carattere di necessità: la cultura, il progresso.

Da tutti riconosciuto come uomo attivo e intelligente, aveva un carattere forte e una forte capacità di unità e di gruppo, ma aveva un’altra dote, importante e non comune: una grande attitudine all’ascolto, soprattutto nei confronti dei giovani, verso i quali amava insegnare.

Era anche un grande affettivo. Gli piaceva insegnare perché vedeva in questo, oltre che un piacere intellettuale, anche la possibilità di contribuire a creare vite più facili.
L’insegnante, lo sappiamo, è colui che sa trasferire ai giovani non solo il sapere umano, ma lo spirito critico con cui valutare la vita e la misura nelle scelte da compiere; questo è il patrimonio più grande che ci ha lasciato, perché ha potuto formare un’intera generazione di giovani di Roscigno all’impegno nei progetti di vita che ciascuno aveva ed a moderare i propri passi in relazione alle proprie possibilità del momento, oltre al rispetto dei valori della vita: serietà, onestà, amicizia ecc.

Come tutti sappiamo, adorava i bambini e i bambini adoravano lui.

Quest’uomo, che sembrava così timido, non aveva problemi a chiacchierare con un bambino di quattro anni. In effetti i bambini sono molto più bravi di noi ad apprezzare il carattere di una persona. Non conoscono il significato di parole come decenza e onore, ma sapevano che il Prof. Clemente era un uomo buono ed onesto.

Mi piace ricordare il Professore Clemente Longo, inoltre, come una delle figure che, per prime, ha creduto nella costituzione della nostra Banca, di cui oggi mi onoro esserne il Direttore Generale, in qualità di socio, nonché come Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione della banca dal novembre 1967 ad aprile 1971.

Grazie all’impegno, alla passione ed alla lungimiranza di uomini come lui, è stato possibile porre le basi per la realizzazione e lo sviluppo di una realtà, quale la nostra banca, che opera quotidianamente sul territorio, sostenendone, concretamente, lo sviluppo ed il miglioramento, grazie ai fondi che vengono investiti direttamente sul nostro territorio.

Non mi stancherò mai di ripetere che se non fossero esistite persone come Clemente Longo, che avevano la capacità, l’intelligenza, l’umanità di preoccuparsi per il futuro delle generazioni successive alla propria, non potremmo, oggi, riferirci a noi come società evoluta.
Concludo il mio intervento, ricordando il Professore Longo come un uomo squisito, che non ha mai fatto “pesare” agli altri il suo ruolo di insegnante e di politico. Un primo cittadino sempre tra la gente e con il sorriso sulle labbra che non faceva mai trasparire all’esterno neanche i momenti di difficoltà che ognuno di noi incontra in alcuni momenti.
Mi hanno sempre colpito in lui le molte doti, prime fra tutte l’operosità, la tenacia, l’infaticabilità, l’umanità, la disponibilità, la capacità di farsi sempre presente e vicino a chi ne avesse bisogno. È stata punto di riferimento per molti allievi e colleghi, che lo ricordano, come me, con gratitudine e affetto.

Possiamo affermare, infine, senza ombra di smentita, che è stato, soprattutto, un grande distributore di amicizia.

Della gente vedeva sempre, e prima di tutto, il lato più positivo.

Grazie Prof. Clemente per l’eredità culturale e sociale che hai lasciato a ciascuno di noi.

Michele Albanese