Turismo: per noi la “rete” è l’unica strada possibile
L’evento al Senato di qualche giorno fa, a cui siamo intervenuti, rappresenta solo un esempio di come è importante provare a costruire delle “reti”, sviluppando discussioni e confronto intorno ad alcuni temi fondamentali che possono essere da volano per un territorio.
Il discorso della “rete” è un concetto che, da sempre, cattura le attenzioni della nostra Banca per una serie di ragioni.
È diventato un modo di operare, un percorso comune, dove ognuno possa esprimere le proprie conoscenze, le abilità, i ruoli, determinando un risultato complessivo migliore rispetto alle opere dei singoli.
Da questi presupposti nasce un grande interesse verso un ambito che riteniamo rappresenti un’occasione enorme per il territorio in cui la nostra BCC opera.
Una banca locale deve ascoltare quelle che sono le opportunità, quelle che sono le sfide per poter immaginare un’idea di sviluppo territoriale vera.
Il convegno “Cine-Turismo e Territorio”, tenutosi presso il Senato della Repubblica a Roma, pochi giorni fa, a cui la Banca è stata chiamata ad intervenire, ha rappresentato, per l’appunto, un ottimo esempio di come riuscire a mettere a fattore comune delle esperienze, provando a trarre un vantaggio d’insieme.
I relatori di questo importante appuntamento non hanno fatto altro che confermare come quest’azione possa essere intrapresa, con decisione, non solo dalla nostra BCC, ma da tanti operatori pubblici e privati che credono in un territorio, come quello dove opera la nostra BCC.
I lavori hanno fatto emergere, con chiarezza, che ci troviamo di fronte a qualcosa di talmente interessante che va osservato, studiato, analizzato e pianificato con la dovuta attenzione, come qualcuno ha già fatto in altri territori, magari anche in Campania stesso.
Il Cine-Turismo, per esempio, può risvegliare, come accaduto in tante altre zone d’Italia, un grande interesse per la promozione turistica del nostro territorio: studi affermano che ben 100 milioni di viaggiatori, principalmente inglesi ed americani, hanno abbinato la loro vacanza ad una visita ai set cinematografici.
Il trend, da come è emerso durante i lavori, è fortemente in crescita in Italia e dimostra che il cinema può dare una forte spinta al turismo di quei territori spesso dimenticati, ma che rappresentano luoghi unici e possono diventare, per le straordinarie caratteristiche naturalistiche, set per film o fiction.
In Italia, le Film Commission, altra tematica affrontata nei lavori per il loro decisivo ruolo che hanno nel mondo dell’arte cinematografica e non solo, rappresentano un motore centrale, perché sostengono economicamente tali produzioni.
Senza possibilità di smentita, un film girato su di un territorio determina un indotto non indifferente, dal momento che, attrae tecnici, operatori e attori già in fase di lavorazione, rappresentando un’opportunità economica. Si immagini, a tal proposito, l’impatto sulle strutture ricettive, per esempio, ed all’indotto che, di conseguenza, si determina, ma anche alle nuove opportunità di lavoro per i giovani che si possono avvicinare a professioni collegate a questo settore, generando quell’occupazione che scarseggia nelle zone interne.
C’è tanto, anzi tantissimo, su cui lavorare per pensare in grande.
Tanti territori l’hanno già fatto e come il regista Vanzina ha raccontato durante il Convegno in Senato, la Versilia e Forte dei Marmi, così come Cortina d’Ampezzo, hanno ricevuto tanto dai film girati anni fa in quelle zone e, forse, anche grazie a ciò, sono diventate mete di un turismo ormai d’élite, invidiate e conosciute in tutto il mondo.
Mi sono posto, da subito, una domanda: cosa hanno in meno i luoghi turistici dei nostri territori? E penso alle Grotte di Pertosa-Auletta, a Roscigno Vecchia, alla Certosa di Padula e tante altre bellezze.
Ho la certezza che le nostre zone siano nella condizione di poter diventare particolarmente attrattive per questo mercato.
Manca forse un discorso d’insieme, manca quella “rete” tanto auspicata, mancano obiettivi e strategie comuni che spesso vengono affidate ad iniziative sporadiche, anche apprezzabili, ma insufficienti.
Manca chi guida la macchina, forse perché tutti abbiamo la presunzione di essere ottimi piloti.
Latita uno sforzo comune, dove ognuno possa dare qualcosa per la comunità, con meno egoismo e tanto amore per un territorio che sta soffrendo parecchio.
Chissà, se in piccolo, passo dopo passo, con le giuste sinergie, la dovuta attenzione e tanto impegno da parte di tutti, anche le nostre zone interne (mi preoccupo tanto proprio dell’entroterra) possano diventare luoghi per catturare questi interessi.
Non possiamo farlo da soli, ma attraverso una rete di soggetti che spingano in questa direzione nulla è impossibile.
Dal canto nostro, metteremo a disposizione, oltre alle nostre potenzialità economiche, un circuito di contatti che a Roma ci hanno fatto capire tanto e, soprattutto, acceso una speranza nuova.
Noi ci crediamo e pensiamo che questa sia la strada percorribile per la creazione di una “rete” tra pubblico e privati, che debba valorizzare il territorio e la nostra comunità e, di conseguenza, la promozione turistica dei nostri luoghi.
Per fare ciò, però, dobbiamo, tutti, smettere di pensare di essere gli unici, i migliori e i più bravi a svolgere una determinata attività o realizzare un progetto.
Questa convinzione, spesso, è uno degli ostacoli principali per raggiungere qualsiasi accordo, a qualsiasi livello.
Raggiungere un’intesa comune vuol dire mettersi in gioco, confrontarsi, ascoltare l’altro e accordare fiducia alle sue idee. Questo è quello che dovremmo imparare a fare, tutti.
Michele Albanese